giovedì 29 novembre 2012

Grazia wants blogger, and we want Grazia!



Tutte le volte che qualcuno mi viene chiesto di scrivere di me è sempre il solito film: e adesso cosa dico, inizio dalle elementari? Il capitolo asilo lo lascio per le mie memorie? 
La mia vita è sempre stata legata a doppio filo con il cibo: mia mamma ha sempre gestito ristoranti, e mia nonna ha sua volta è stata cuoca per 30 anni. Sono cresciuta in una casa il cui centro nevralgico delle operazioni militari era sempre la cucina, e i miei ricordi più belli sono legati alla vigilia di Natale quando si spadellava per il cenone già la mattina presto. 
Tante bambine si mettevano le perle al collo e traballavano nelle scarpe troppo larghe leggendo i Vogue lasciati dalle mamme sui tavoli, io invece mettevo grembiuli più grandi di me, e con le mani sporche di marmellata e farina, sfogliavo sognante La Cucina Italiana. 
Crescendo, invece di accantonare i miei sogni guardandoli con un po' di rimpianto, ho deciso di farli diventare una realtà, anche se virtuale, aprendo un blog nel lontano 2008.
Non ho mai voluto un foodblog tradizionale: ricette, consigli su come fare la pasta frolla, e come bruciare i biscotti con stile. Io volevo trasmettere qualcosa in più: l'amore incondizionato che ho da sempre per Milano, la mia città. Se vogliamo un po' mi riconosco in lei :una che non si fa amare a prima vista come solo le più belle sanno fare, ma ti regala dei momenti speciali, premiando chi va oltre al primo sguardo.
Il blog per definizione non è un lavoro, e io mi diverto tantissimo ogni giorno a moltiplicare le ore insufficienti delle mie giornate per riuscire a far tutto. Sono una specie di Clark Kent del food: di giorno impiegata, mamma 24/7, e incastrando quanto rimane riesco a mangiare, cucinare, esplorare per aggiornare il mio giornale virtuale. 
Il food non è solo cibo in un piatto: è cultura, è design, è fashion, è quotidiano ma anche eccezione, è idolatrato e sottostimato, è necessità ma anche coccola, è povero ma di lusso.
Questo è un po' quello che cerco di catturare in ogni boccone che assaggio e in ogni cosa che preparo. Un po' di magia e un po' di realtà. Lustrini e farina.
Se questo è quello che piace anche a voi, spero di rivedervi da queste parti e magari anche dalle parti di Grazia, dove con il contest Blogger We Want You, stanno selezionando nuove blogger per scrivere all'interno del loro network. La mia sezione preferita? Lifestyle ovviamente, una panoramica sul mondo del fashion, dello stile e delle tendenze che mi accompagna ogni giorno.
Potete votarmi cliccando sul banner qui sotto. Sostenetemi oh miei lettori!

martedì 27 novembre 2012

CasaAltoAdige: Zucca con formaggio di capra di Braies e tartufo nero


E' sempre bello tornare a CasaAltoAdige: c'è sempre un clima disteso e sereno, è l'unico luogo dove è sempre Natale. Questa volta sono tornata per parlare di competenza alpina, ed in particolare delle cose che fanno dell'Alto Adige la sorgente di tanti prodotti d'eccellenza.
Abbiamo parlato di acqua minerale e di neve, di aria pulita e di speck, ma anche di vini e cibo con la nuova tendenza dello Slope Food, chef stellati che cucinano nei rifugi di montagna.
Ci siamo anche messi alla prova con un water tasting alla cieca, con protagoniste le acque oligominerali di questa regione incantata. Dall'acqua siamo passati al vino, per poi terminare con la degustazione più difficile: lo speck (lo so lo so, è un duro lavoro).
I dettagli della serata li potete trovare qui
La serata e le nostre chiacchiere sono state allietate dalle golose creazioni di Chris Oberhammer, chef del ristorante Tilia di Dobbiaco. Uno chef estroso, e una cucina molto colorata, semplice e creativa. 
La zucca è stato uno dei piatti più gettonati della serata: i pochi ingredienti scelti con cura, creavano un equilibrio di sapori semplice ma deciso, rendendolo un piatto piacevole e goloso.
Il formaggio di capra di Braies, è un prodotto caseario tipico della Valle di Braies, che si trova a 1200 mt sopra il livello del mare, e viene prodotto in malga.
Se anche voi come la sottoscritta non avete modo di procurarvelo, potete sostituirlo con un altro formaggio di capra similare, non eccessivamente salato.

ZUCCA CON FORMAGGIO DI CAPRA DI BRAIES E TARTUFO NERO

 Ingredienti:
Zucca (tipo „moscata“)
Olio d‘oliva
Sale 
Pepe bianco macinato
Formaggio fresco di capra di Braies
Tartufo nero 
 Preparazione:
Tagliare la zucca a piccoli dadini e far rosolare brevemente in olio d’oliva, aggiustare di sale e infornare, in forno già caldo, a 130° per circa 30 minuti senza aggiungere liquidi.
Sfornare la zucca e schiacciarla bene con una forchetta, aggiungendo altro olio (possibilmente ligure), sale e pepe quanto basta. 
Servire la crema tiepida, con il formaggio di capra e scaglie di tartufo nero. 
In alternativa servire la crema in un piatto, come servito dal Ristorante Tilia e nella foto che trovate qui sopra.

martedì 20 novembre 2012

We Love Spesa al Mercato - una social spesa solidale

Fare la spesa al mercato è una delle mie attività abituali durante il weekend. Diciamo pure una delle cose che preferisco. Sono molto fortunata, lo ammetto: il Mercato Comunale è a meno di 200 mt da casa mia, la zona dove vivo da quando sono bambina, e mi conoscono tutti: dal fruttivendolo, al macellaio, al droghiere che ti porta l'acqua a domicilio che puoi ordinare via mail. 
La #spesaalmercato che voglio invitarvi a fare questa settimana è un po' diversa. Ha inizio infatti giovedì 22 Novembre la seconda edizione di Tutti A Tavola, Aggiungi un Posto anche Tu, iniziativa organizzata dal Comune di Milano e da Identità Golose con un duplice intento: la riscoperta dei mercati come centri nevralgici della comunità cittadina, e la beneficenza che quest'anno vedrà coinvolto il mondo dei bambini.

Recandosi nei mercati qui sotto elencati da giovedì 22 a sabato 24, e aggiungendo 2 euro alla propria spesa, si riceverà il ricettario con i menù creati dagli chef coinvolti nel progetto. Con 5 euro, invece, si riceverà la borsa in cotone con il logo del Comune che contiene anche una ristampa del primo numero de La Cucina Italiana del 1929.
Come anticipavo, i bambini sono i grandi protagonisti di questa edizione: saranno infatti case famiglia e associazioni per la tutela dei minori i beneficiari delle donazioni, che verranno convertite in una spesa di prodotti freschi destinata proprio alle loro tavole.
Ma non solo: gli chef Giovanni Traversone e Marco Tronconi hanno realizzato, tramite Milano Ristorazione, un piatto che verrà poi servito proprio oggi, Giornataa Mondiale per i Diritti dell'Infanzia, nelle scuole a circa 80.000 bambini.
Ultimo ma non per importanza, nel ricettario sarà presente anche una speciale ricetta per la merenda dei più piccoli.
Ma veniamo ai dettagli: i mercati coinvolti saranno 7 con altrettanti chef abbinati, che per promuovere al meglio l'iniziativa saranno presenti in alcune fasce orarie per dare a tutti coloro che lo vorranno consigli, indicazioni ed informazioni.
I 7 chef hanno ideato 7 menù di 3 portate per 4 persone con un budget di 20 euro.
Qui di seguito la lista di mercati, chef e menù con gli orari di presenza:

Cesare Battisti
 - mercato Zara - presente giovedì dalle 9 alle 11
Purea pepata di ceci e cipollotti

Pollo alla birra in tegame con patate schiacciate al limone
Purea di cachi vanigliata con mousse di yogurt e caprino
Claudio Sadler
 - mercato Wagner - presente sabato dalle 16 alle 18
Crema di funghi champignon, castagne, raspadura e pane croccante
Tortino di patate e trota salmonata con salsa acidula all’erba cipollina
Sugolo di uva fragola con crema di yogurt
Matias Perdomo - mercato Ponte Lambro - presente giovedì dalle 9 alle 11
Vellutata di cavolfiore, tuorlo d’uovo e lardo
Ravioli di cipolla con fonduta di Grana Padano
Crostata di mele con panna montata
Andrea Aprea
 - mercato Ca’ Granda - presente sabato dalle 10.30 alle 11.30
Spaghetti cacio, pepe nero e finferli

Uovo, patate e Grana Padano

Tortino al cioccolato e pere caramellate
Luigi Taglienti
 - mercato Prealpi - presente venerdì dalle 10 alle 12
Riso e rape alla milanese
Cavolfiore, alici e capperi

Caco, cacao e quartirolo
Eugenio Roncoroni e Beniamino Nespor
 - mercato Ticinese - presenti venerdì dalle 10 alle 11.30
Risotto con durelli
Cervella fritte con aioli al coriandolo

Budino di riso
Giovanni Traversone e Marco Tronconi
 - mercato Morsenchio - presenti venerdì dalle 17 alle 18.45
Rigatoni napoletani ripieni di zucca delica al taleggio e pane profumato alla salvia
Costine di vitello arrostite con purea di cipolle

Zuppetta di cachi, ricotta e arancia


Io ho "adottato" il mercato di Zara, new entry di questa seconda edizione, perchè più vicino a casa mia e per il mio amore nemmeno troppo celato per Cesare Battisti. Cercherò, però, di essere presente anche sabato al mercato di Cà Granda per andare a trovare il neo stellato Andrea Aprea.
L'anno scorso non sono riuscita a partecipare, ma qui potete trovare il fantastico risotto con capperi di Pantelleria, stracciatella, piselli e pomodori freschi creato da Aimo Moroni per la prima edizione, e riproposto tra le mura domestiche dalla mia amica Claudia, La Femme du Chef.
E voi? Riuscirete a venire? In quale mercato ci troviamo per fare una social spesa collettiva?
Non dimenticate di usare l'hashtag #spesaalmercato per farvi riconoscere, io sarò quella con una cipollotto tra le pagine del ricettario intenta in un pressing da stalker seriale nei confronti di Battisti.
Ringraziamo Gianluca Biscalchin per questa bellissima rappresentazione dei prodotti di stagione, sto già pensando a dove starebbe meglio appeso nella mia cucina.

lunedì 19 novembre 2012

Thanksgiving dinner - per cosa ringraziate quest'anno?

Quest'anno è stato bellissimo. Impegnatissimo, citando grandi autori definiamolo pure matto e disperatissimo. Pieno di belle cose, brutte cose, incontri con bella gente, e brutta gente, belle cene e brutte occasioni.
Ho conosciuto produttori appassionati, capaci di insegnarti di più in un'ora di quanto ognuno di noi possa imparare in giorni di scuola. 
Giornaliste in erba con l'amore per il cibo, tanta intelligenza da vendere e un fidanzato che è riuscito persino a farmi ballare.
Foodblogger/comunicatrici di grande talento, accompagnate da mariti tecnologici altrettanto talentuosi.
Fashion girls creative con vagonate di idee ed entusiasmo, e wine lover adorabili anche da sobri.
Quelli che sono ovunque, e non si perderebbero nemmeno una prima comunione se ne potessero spremere un po' di visibilità.
Giovani imprenditrici della pasta da zucchero, che con impegno e senso degli affari si sono affermate nel difficile mondo del business.
MammeBlogger fighissime, con bambini fighissimi e idee fighissime.
Writers creative, eccezionali fotografe e creatrici di taccuini meravigliosi.
Maghe del knitting che sono riuscite ad insegnarmi a creare una collana di lana con le dita.
Quelli che finisce l'evento e ne hanno già scritto.
Giovani libere professioniste della comunicazione, diventate amiche che hanno creato occasioni per fare qualcosa insieme.
Blogger anziani, come da loro stessi definiti, senza i quali gli eventi food non sarebbero la stessa cosa.
Giovani foodies di discreto talento, che architettano piani e strategie che manco la CIA.
Mogli di chef, mamme di piccoli chef, amiche, vere. Blogger che si muovono a stormi e si comprano a pacchetti.
Cuoche dilettanti di enorme capacità, che non sfigurano nemmeno dietro ai fornelli di una cucina professionale.
Foodblogger uomini, specie rara, amanti delle verdure e degli speed date, ma anche paladini del fashion food con un'inventiva e un senso estetico invidiabili.
Giovani imprenditori con le mani infarinate, adorabili protagonisti delle nostre migliori colazioni.
Direttori di albergo milanesi amanti dei piatti verdi, che ci accolgono a braccia aperte ogni volta nel loro ristorante, sopportando il caos che soltanto noi possiamo creare.
Amici che per hobby recensiscono colazioni, con uno dei blog più belli mai visti.
Coppie di foodies/tech/web liberi professionisti, viaggiatori instancabili, food stylist commoventi a loro insaputa, custodi della ricetta della torta con nocciole più buona della terra.
Strani componenti di gruppi di ascolto di programmi televisivi, che più che ascoltare scrivono, e più che scrivere twittano.
Quelli che per fare una foto passerebbero sul cadavere dell'80% circa dei propri parenti.
Account di agenzie di comunicazione che si fanno più di 200km in auto sfidando tonsillite e diluvio per salvarti dallo sciopero selvaggio dei treni.
Foodblogger, organizzatrici di eventi satellitari, caporedattrici di magazine on line, instancabili e vulcaniche; con le quali magari si è cominciato con il piede sbagliato diventato in fretta il piede giusto.
Scrittrici meravigliose, malcapitate acquirenti di 4 finocchi per 6 euro, trasferite altrove e di cui sentiamo tanto la mancanza qui nella città meneghina.
Quelli che in tasca hanno sempre la verità, e non mancano mai occasione di ricordartelo, mai.
Community manager di community vere, dove la gente si incontra veramente e discute veramente lontana dallo schermo di un pc.
Gatte morte a caccia di distrazioni e fidanzati.
Mamme romane fuggite in isole lontane, con figlie e storie di cui non posso fare a meno e con cui non sono ancora riuscita a cenare.
Nuove amiche personal social chef, progetti in progress e intesa a profusione.
Amiche reali portate in scenari virtuali, nei quali si sono perse e dai quali non torneranno. 
Quelli che della partecipazione o mancata tale ad un evento ne fanno una questione di vita o di morte, della serie io me lo meritavo di più.
Per tutte queste e tante altre persone io voglio ringraziare quest'anno, per tutte queste occasioni che hanno arricchito la mia vita e le mie serate, che mi hanno fatto imparare tanto dal meglio e dal peggio. Che mi hanno fatto tanto ridere, arrabbiare, innervosire e gioire.
Porterò tutte queste persone con me in qualche modo stasera da California Bakery, in occasione della Thanksgiving Dinner, che ho vinto grazie al contest degli IgersMilano raccontato attraverso l'hashtag #thanksgivingcb. Le mie foto del ringraziamento sono queste. Due aspetti diversi della mia vita, per i quali quest'anno voglio ringraziare. Ringrazio anche California Bakery e gli IgersMilano per questo regalo, e per aver pensato anche a chi è meno fortunato di noi devolvendo il ricavato di ogni coperto all'associazione Cena dell'Amicizia Onlus.
E voi, per cosa volete dire "Grazie"?

Sapessi com'è strano #PastaEChampagne all'Hotel Scala Milano

Io amo Milano. La amo per tanti motivi, uno di questi è che non è una di quelle città banali di cui ti innamori al primo sguardo, ma la sua bellezza è ben celata e nascosta dietro ad una coltre di nebbia e grigiore apparente, una bellezza che si svela soltanto agli occhi di chi cercando, ha saputo trovare quegli angoli dove la metropoli nasconde la sua vera anima.
Sono quasi 30 anni che vivo qui, eppure la serata all'Hotel Milano Scala per me è stata una sorpresa.
Un piccolo hotel 4 stelle nel centro di Milano, abbastanza lontano dalla rumore e dalla ressa della mondanità ma altrettanto vicino al glamour cittadino. Apprezzato dal New York Times per la singolare ospitalità eco chic, vincitore del Premio dell'Eccellenza di Trip Advisor del 2012, questo posto promette di essere una vera rivelazione nel mondo dell'hospitality milanese.
Caldo e accogliente, ci fa rimanere incantanti davanti alla libreria con camino, ci fa sentire coccolati dalla cortesia e dalla premura del personale e dai racconti del direttore Maurizio Faroldi, un gentleman come pochi ne sono rimasti.
Una cena a base di pasta e Champagne, con i prodotti di Le Gemme del Vesuvio e Champagne Charles Heidsieck, ha creato l'occasione di conoscere questo albergo incantevole.
Un abbinamento originale, che non ha mancato di riservare piacevoli sorprese, grazie anche alla qualità dei prodotti.
Non sono una fanatica delle degustazioni: mi piace bere bene e conoscere quello che ho nel bicchiere. Ma non appartengo alla fortunata categoria di quelli che avvicinando il calice al naso riesce a cogliere i sentori di sottobosco e il retrogusto di mallo di noce e menta selvatica. Eppure mi sono letteralmente lasciata incantare dalle parole di Marco Chiesa, ambasciatore italiano ed europeo dello champagne 2010, che con passione e attenzione ci ha guidati alla scoperta di uno degli champagne più sottovalutati del mondo, come da lui stesso definito.
Menzione d'onore alla cena a base pasta, curata dallo chef Davide Casati, il nido di spaghetti fritti con carbonara leggera. So bene che le parole carbonara e leggera nella stessa frase possano sembrare un azzardo, ma il piatto era piacevole, avvolgente ma con una nota divertente data dalla croccantezza del fritto (e dalle difficoltà della sottoscritta nel mangiarlo, quanto membro onorario della confraternita mondiale delle impedite).
Anche per lo champagne c'è una medaglia al merito, Rosè Riserva del 1999, che conferma che il mondo dell'alcool è l'unico nel quale c'è la possibilita di migliorare con l'età.
Pasta, pasta e pasta anche nel dolce con il croccante di spaghetti e mousse di frutta allo zenzero, seguito poi da uno spaghettino aglio e olio a mezzanotte.
Evviva la pasta caro Dukan, tu e la tua dieta non mia avrete mai!
Un avviso ai milanesi è doveroso: l'Hotel Milano Scala apre le sue porte a tutti per la colazione, potrebbe diventare un maipiùsenza dei risvegli domenicali in città.




martedì 13 novembre 2012

Muffin salati con Crema di Tonno per Sartoria del Gusto

Una delle cose più belle che ti succedono quando scrivi di food, è quando vieni invitata a realizzare una ricetta in una cucina professionale, servendoti di prodotti  di eccellenza. Quando mi è stato chiesto di partecipare ad una serata di showcooking con i prodotti della "Sartoria del Gusto", è stato fin troppo facile dire di sì.
"Sartoria del Gusto" è un negozio on line, ma da poco anche punto vendita, nato dall'idea di 3 ragazzi con l'intento di ricercare prodotti di qualità sul territorio italiano. I tre sarti, come amano farsi chiamare, vanno alla ricerca del particolare, cioè di caratteristiche e sapori unici che molto spesso si nascondono in piccole realtà.
Nella cornice della meravigliosa scuola di cucina Des Mets et des Mots, mi sono messa al lavoro con un gruppo di giornalisti e blogger per preparare il mio piatto, ed ecco qui la ricetta.
Potete vedere foto e twit della serata, seguendo l'hashtag #sartoriadagustare.

MUFFIN SALATI AL PARMIGIANO E POMODORINI CON CREMA DI TONNO
circa 12 
80g di burro
1 cucchiaio di olio extravergine d'oliva
1/2 cipolla tagliata a dadini
360g di farina
2 cucchiaini e mezzo di lievito
1 cucchiaino di pepe nero macinato
250g di Parmigiano Reggiano
220 ml di latte intero 
1 uovo
50g di pangrattato
un pizzico di sale
Per la Crema di Tonno
1 scatoletta di tonno sgocciolato
80g di maionese
una manciata di erba cipollina tritata finemente 
20 noci sgusciate e tritate

Preriscaldare il forno a 170°, imburrare e distribuire del pangrattato in 12 pirottini di alluminio. Sciogliere metà burro in un pentolino con l'aggiunta di poco olio e a fuoco medio fare un leggero soffritto di cipolla, per poi lasciarlo raffreddare. Mescolare la farina, il lievito, il pepe e il parmigiano in una ciotola. Sbattere in un contenitore separato le uova con il latte a temperatura ambiente, aggiungendo gradualmente il composto di farina mescolando con delle fruste elettriche finchè gli ingredienti non saranno ben amalgamati, aggiungere un pizzico di sale. Incorporare con un cucchiaio di legno il soffritto di cipolla e i metà dei pomodorini tagliati in quarti. Mettere metà pomodoro in ogni pirottino e riempire con il composto preparato per circa tre quarti. Infornare per 30-35 minuti.
Preparare la crema frullando il tonno con la maionese, una volta ottenuta una crema liscia aggiungere con un cucchiaio l'erba cipollina e le noci tritate e far riposare in frigorifero per circa mezzora.
Lasciar raffreddare i muffin e sformarli dai pirottini in alluminio con l'aiuto di un coltello. Ricavare un piccolo cilindro al centro di ognuno tagliando la calotta, nei quali poi versare la crema di tonno. Decorare con i pomodorini rimasti.

mercoledì 7 novembre 2012

#WeekendVillaPanna: dalla fonte al water tasting


In Italia sono commercializzate circa 300 marche di acqua minerale, ed ogni giorno il consumatore si trova davanti ad una vasta offerta per cui non è sempre facile orientarsi con spirito critico. Molto spesso il consumo giornaliero di un prodotto ci porta un po’ a banalizzare l’importanza della scelta, ci accontentiamo del sapore che ci piace di più o della convenienza di una marca rispetto ad un’altra.
Ho cominciato a comprendere meglio il significato di cultura dell’acqua durante un bellissimo weekend organizzato per alcuni blogger a Villa Panna, nei pressi dello stabilimento Acqua Panna di Scarperia in Toscana.

Arrivando nella stupenda villa, una volta patrimonio della famiglia Medici, ci troviamo in un oasi naturale protetta di circa 1.300 ettari, di cui l’80% ricoperto di boschi.
Dal 1998 l’azienda è completamente biologica e produce fieno per gli animali e, oltre a serbare una parte della riserva alla tutela della lepre, ospita anche fagiani, pernice rossa, caprioli, cervi, cinghiali, lupi e volpi.
Durante il nostro tour nello stabilimento, (amanti di Come è Fatto so che mi state invidiando come non mai) impariamo quanto l’acqua sia preziosa e che le parole rispetto e cura sono ricorrenti nel modus operandi della società.
Si cura la sorgente in modo da mantenerla pura, proteggendola dall'inquinamento e da qualsiasi fattore possa alterare la sua composizione naturale. L’acqua infatti viene conservata in “casseforti” di acciaio inossidabile che preservano le sue caratteristiche durante il processo che la porta dalla fonte alla bottiglia.
Il rispetto per una risorsa così preziosa è il risultato di un lavoro basato sulla consapevolezza e la conoscenza promossa quotidianamente all’interno dell’azienda: ogni goccia conta e fa un percorso di circa 15 anni in falde sotterranee, durante i quali perde gli inquinanti e acquisisce le proprietà minerali, per giungere poi sulle nostre tavole.
Durante questi due giorni di full immersion nel mondo dell’acqua, arriva anche il tanto atteso momento del water tasting. Con la guida esperta di Giuseppe Vaccarini, presidende dell’ASPI (Associazione Sommelier Professionale Italiana), cominciamo una degustazione alla cieca di diversi tipologie di acqua minerale naturale: piatta e frizzante. Si piatta, perché tutte le acque sono minerali naturali, il termine corretto da utilizzare per la diversificazione è piatta per le acque senza aggiunta di anidride carbonica (io preferisco liscia, non mi ci abituerò mai).
Scopro alla fine della sessione che l’Acqua Panna trova il suo matrimonio ideale a tavola con i dolci, mentre per Acqua San Pellegrino occorre accostare dei piatti più strutturati e aromatici come ad esempio un brasato. La regola di base per non sbagliare è abbinare il cibo al vino e poi scegliere l’acqua a seconda del vino che metteremo a tavola. Associare quindi i vini e le acque leggere ai piatti più delicati, e accostare a piatti più strutturati acque più mineralizzate e vini robusti.

Per imparare invece a degustare al meglio l’acqua, teniamo a mente una regola di base: dopo aver deglutito occorre contare per quanti secondi il gusto rimane in bocca. Le acque ideali da bere durante i pasti hanno una persistenza di circa 3/5 secondi. Le acque invece salate e molto mineralizzate, hanno una persistenza molto breve e sono ideali da gustare lontane dai pasti, questo perché il gusto salino tende a modificare la percezione delle sensazioni gustative.
Come per il vino, anche per l’acqua esiste uno studio sul bicchiere ideale per la degustazione che non è lo stelo ma un bicchiere ispirato dal classico tumbler da bar, che vedete nelle immagini qui proposte.
Un ringraziamento per questo weekend va a San Pellegrino e Ketchum  per l’ospitalità, la gentilezza e l’organizzazione con cui ci hanno accolti con le nostre famiglie nel loro mondo, e ringrazio anche i miei compagni di avventura che hanno reso quest’esperienza memorabile.


Per andare a rivedere il nostro materiale su Twitter e Instagram, seguite l’hashtag #weekendVillaPanna.

lunedì 5 novembre 2012

Tortelli di zucca e zucche intagliate per #QuadrilateroUnesco

Mantova è una città di confine tra due regioni cariche di tradizioni e sapori che proprio qui si incontrano dando vita a storie ed antiche tradizioni. Proprio da questa città,il 27 Ottobre è partito il primo weekend di una staffetta molto speciale: 10 foodblogger per 5 settimane vivranno e racconteranno le bellezze enogastronomiche e non solo, del territorio del Quadrilatero Unesco. 
Un progetto che vuole valorizzare le aree della provincia di Mantova, ma anche Modena, Ferrara, Reggio Emilia, Bologna, Rovigo e il delta del Po.
Per questo primo weekend, io e Paola Sucato siamo state invitate a Mantova appunto, in occasione della manifestazione "Di Zucca in Zucca".
"Di Zucca in Zucca" è un evento lungo 3 mesi dedicato al prodotto principe di questa zona, durante il quale gli agriturismi mantovani offrono agli ospiti menù a base di zucca, ma anche corsi di cucina per imparare l'arte del tortello, lezioni di intaglio, mercati contadini, mostre e feste.
Questo lunghissimo periodo di festa, culmina il 28 Ottobre con la Festa delle Lumere, durante la quale i bambini decorano le zucche che diventeranno delle lanterne e illumineranno le strade della città.
Il nostro weekend a tutta zucca, comincia con una lezione di tortelli di zucca, pazientemente tenuta dalla Sig.ra Ave dell'Agriturismo Corte Vivaio. 
L'origine di questa meravigliosa creazione della cucina lombarda non è chiara: è stata più volte attribuita ai cuochi di casa Gonzaga e altrettante ricondotta alla tradizione contadina. Forma e formulazione degli ingredienti cambiano a seconda della tradizione tramandata dalla propria famiglia. La sig.ra Ave ci insegna a chiuderli a "Ombelico di Venere" e ci suggerisce che per tradizione dovrebbero essere conditi con un sugo di pomodoro e salsiccia.
 In questo periodo la zucca migliore da utilizzare è quella Piacentina, di polpa soda e gustosa. Ma veniamo alla ricetta.

TORTELLI DI ZUCCA MANTOVANI

Per la sfoglia:
3 uova
300 g di farina
Per il ripieno:
1 e 1/2 kg di zucca mantovana
150 g di amaretti
70 g di mostarda mantovana di mele
100 g di formaggio grana
noce moscata
scorza di mezzo limone grattugiata
Per il condimento:
formaggio grana grattugiato a piacere
burro - salvia

1 – Cuocere la zucca al forno o al vapore, dopo averla tagliata a pezzi e privata dei semi
2 – Una volta cotta, eliminare la buccia e schiacciare bene la polpa.
3 – Unire alla zucca gli amaretti pestati, la mostarda tritata fine, la noce moscata,la scorza di limone e il formaggio, la cui dose aumenterà nel caso l’impasto non fosse sufficientemente
consistente. L’impasto ben amalgamato andrà poi fatto riposare per un giorno in frigorifero.
4 – Preparare la sfoglia con uova e farina e posizionare piccoli mucchietti di pesto a distanza regolare, e con l’apposita rotellina formare quadrati di sfoglia a cui dare la forma desiderata (a raviolo, ad agnolo, ecc.).
5 – Cuocere i tortelli così ottenuti in acqua salata e una volta scolati, distribuirli in una pirofila a strati alternati con il condimento di burro fuso, salvia e formaggio grana grattugiato. Lasciar riposare qualche minuto e servire.


Dopo la lezione e la serata passata gustando creative portate a base di zucca, domenica non ci ha fermati nemmeno la pioggia battente e l'improvvisato sciopero delle Trenord: ci aspetta la visita guidata della città. Quello che risulta subito evidente, sono gli effetti del terremoto, che qui ha seriamente danneggiato le molte opere d'arte presenti.
 In particolare i danni più gravi si sono risentiti a Palazzo Ducale, dove la Camera Degli Sposi non è più visitabile. Qui, si attende con ansia lo stanziamento dei fondi per il recupero e il restauro di questo importantissimo pezzo del vasto patrimonio artistico della nostra cultura. 
Il Palazzo Ducale, che si estende per 34mila metri quadrati, è ancora accessibile ma i percorsi sono cambiati per evitare il transito nelle aree danneggiate. 
Mantova si riconferma una città splendida anche sotto la pioggia, e dopo un veloce pranzo a base di tortelli, agnoli e sbrisolona all'Osteria Piazza Sordello 26, è il momento della Festa delle Lumere.
Le Lumere sono le zucche scavate e decorate, riprendendo una vecchia tradizione contadina secondo la quale si usava intagliare delle maschere spaventose nelle zucche per esorcizzare l'idea della morte, mettendo poi al loro interno un lumino per illuminare la strada alle anime di passaggio tra un mondo e l'altro. 
Tra zucche arancioni e maschere intagliate, c'è tempo di acquistare dolcetti a base di zucca e prodotti tipici presenti sui banchetti allestiti dai produttori locali. 
Menzione d'onore alla Mostarda di Zucca e alle caldarroste cotte in questa lavatrice modificata apposta perchè le castagne possano cuocere in modo uniforme, nel video fatto da Paola i dettagli di questa macchina insolita.
La staffetta delle foodblogger intanto continua, e questo weekend vede protagoniste Labna e Ady Melles a Cesenatico in occasione del Pesce Fa Festa. Potete seguire tutti i twit della staffetta seguendo l'hashtag #QuadrilateroUnesco su Twitter e Instagram.
Un ringraziamento è doveroso a chi si è preso cura di noi in questi giorni, e a Claudio Rascio di Ketchum, che è venuto a recuperarci permettendoci il ritorno a casa nonostante le condizioni climatiche e dei trasporti remassero contro di noi.