giovedì 29 gennaio 2009

MADAME LA BRUSCHETTA

Ehh lo so, in questi giorni sono stata un po' latitante.. purtroppo come vi anticipavo con la cioccolata dell'ultimo post, il lavoro sta assorbendo tutte le mie energie, arrivo a casa armata di buone intenzioni ma il mio corpo invece riesce a percepire soltanto il divano e il relax più totale..
Qualche sera fa ho fatto il mio solito esperimento dolciario di inizio settimana, dolci di carnevale, che purtroppo non ha avuto risultati esaltanti e così il mio post ha ritardato un po' ad arrivare.

Stasera ho avuto amici a cena, e mi sono scoperta a constatare una cosa che può sembrare ovvia ma per me oggi non lo era poi così tanto: perdo sempre un sacco di tempo a cercare di stupire la gente con cose complesse e ricercate senza poi pensare a che cosa ti piacerebbe davvero vedere nel piatto, a che cosa veramente riesce a colpire il tuo palato senza cercare ingredienti ostrogoti in piccolissimi ma carissimi negozi etnici..
Lo definirei quasi un ritorno alla cucina da trattoria che tanto ci fa sognare con i suoi gusti semplici ma confortevoli.

Io che sono una donna dai gusti difficili, ero una bambina dai gusti ancora più difficili. e i miei genitori hanno dovuto faticare non poco per farmi assaggiare verdure, carne, pesce.. mia mamma poteva girarsi in cucina con 3 o 4 piatti al massimo.. ma una cosa che ho sempre adorato soprattutto quando andavo in pizzeria, era ordinare le bruschette.. quelle cotte nel forno a legna che ti servivano con la mozzarella calda e il prosciutto.. mamma mia..

Quindi tutto questo per dire che stasera ho deciso di riproporre la bruschetta alla mia tavola..
Ne ho fatte con la mia speciale salsina al tonno che utilizzo molto per i sandwich dei pic nic, e con robiola e pancetta.


La salsina al tonno e in realtà del semplicissimo tonno in scatola schiacciato in una ciotola con un paio di cucchiai di maionese, e servita poi su un letto di fettine di pomodorini su di una fetta di pane toscano abbrustolito leggermente sulla griglia.. solitamente sono le prime che abbandonano la tavola..

Quelle con la pancetta le adoro.. soprattutto quando il lardo comincia a sciogliersi sul pane ancora caldo. Se invece voglio servirle con la robiola, la stendo sul pane come farei con la maionese, prima di adagiare sopra le fettine sottili di pancetta.
Il tutto poi servito su un tagliere con piccoli assaggi di salumi e formaggi.. e devo dire che stasera ho avuto parecchia soddisfazione.. cosa che invece non ha avuto la mia bilancia.. non si può avere tutto!

Ma la cosa che più mi interessa sapere è questa: ma voi queste bruschette, come le fate!?!

lunedì 19 gennaio 2009

TEMPTATION OF DEVIL'S FOOD CAKE


Oggi è stata una giornata terribile lavorativamente parlando. C'è stato un cambiamento importante nel mio ufficio che come avrete immaginato non mi ha resa felice, anzi.. In più questa pioggia non aiuta a risollevare l'umore. Dovevo assolutamente intervenire onde evitare una serata passata a compiangere i bei tempi andati da sola sul divano guardando il grande fratello.

Sono finalmente riuscita a passare al Natura Sì, che si trova giusto sotto il mio ufficio, e fare incetta di cose che mancavano dal mio frigorifero e dalla mia dispensa per poi sguinzagliare il mio istinto culinario. Ho trovato finalmente il latticello, che finora a Milano mi era stato impossibile acquistare. Ho trovato anche uno spettacolare yogurt ai frutti di bosco che prestissimo verrà utilizzato per un nuovo dolce. Diciamo che a questo punto l'umore era già sensibilmente migliorato.

Tornata a casa mi è venuta in mente una ricetta che non avevo ancora provato e che si era persa nei meandri di ricette che ho intenzione di provare: la Torta Tentazione del Diavolo. Originariamente questa torta non era fatta di cioccolato almeno non come lo conosciamo noi, ma era fatta di cioccolato al latte poi tinto con un colore alimentare rosso (da qui il nome tentazione del diavolo). La torta è servita e circola sui libri di cucina dai primi del 1900, alcuni attribuiscono la sua creazione al pasticcere del Waldorf Astoria Hotel. Tuttora l'hotel ne serve una versione che si chiama Red Velvet Cake.

In realtà questa torta nasce per essere di almeno due piani, io purtroppo l'ho usata come terapia (altro che fiori di Bach) per cui mi sono ritrovata a dover fare un solo piano per mancanza di ingredienti. Vi posto comunque la ricetta originale in modo che possiate dilettarvi nel riproporla.

Con questa ricetta saluto il mio vecchio forno che domani va in pensione, mi sembrava un ottimo modo per terminare la sua onorabilissima carriera.




INGREDIENTI:

125g di burro ammorbidito
250g di zucchero semolato
2 uova grandi sbattute
1 cucchiaino di estratto di vaniglia naturale
85g di cacao amaro
125ml di acqua calda
2 cucchiaini di aceto di vino bianco
250ml di latte
215g di farina
1 cucchiaino di lievito
1 cucchiaino di bicarbonato di sodio
un pizzico di sale

PER LA COPERTURA VIENNESE AL CIOCCOLATO

125g di burro ammorbidito
3 cucchiai di cacao amaro
3 cucchiai di acqua calda
310g di zucchero a velo

Riscaldare il forno a 180°, imburrare due tortiere del diametro di 20cm e foderarne la base con carta da forno.
Lavorare il burro a crema con lo zucchero nel mixer finchè risulta chiaro e soffice; unisci gradualmente le uova e la vaniglia e mescolare energicamente fino ad amalgamare.
Mescolare il cacao con l'acqua calda fino ad ottenere una pasta omogenea e incorporarla poco alla volta al burro lavorato a crema.

Unire l'aceto al latte per farlo fermentare.

Setacciare insieme la farina, il lievito, il bicarbonato e il sale e unirli al burro a poco a poco insieme al latte acido. Amalgamare bene il tutto con una spatola di gomma.

Versare l'impasto negli stampi e infornare per 30 minuti, finchè la superficie del dolce torna in posizione se premuta leggermente.

Lasciate raffreddare le torte negli stampi sopra una griglia per 10 minuti, poi sfornare sulla grata e farle raffreddare del tutto.

Per la copertura sbattere il burro con il mixer fino a farlo diventare cremoso; mescolare il cacao con l'acqua fino ad ottenere una pasta omogenea, unirla al burro insieme allo zucchero a velo e sbattere finchè il composto diventa soffice e cremoso. Farcire e ricoprire il dolce e decorarlo a piacere con riccioli di cioccolato (quelli che ho usato io sono riccioli ricavati da una tavoletta di cioccolato bianco e fave di cacao).

venerdì 16 gennaio 2009

LEZIONI DI CUCINA

Beh un altro venerdì è arrivato veloce come un lampo e nonostante io abbia pronte delle deliziose ricettine per voi non ho fatto in tempo a preparare fotografie e e post decenti da poter pubblicare. Ringrazio innanzitutto tutte quelle che in questi giorni si sono aggiunte come lettrici del mio blog, sono onorata di tanta benevolenza quindi grazie mille.

Ringrazio anche tutti quelli che hanno letto il post su Nobu, è stato un esperimento, prima d'ora non avevo mai scritto di ristoranti, ma visto il ricco riscontro ho chiesto alla mia amica Valentina se ci vuole dilettare con una piccola recensione della sua serata da Mr Cracco.. giusto per roderci un pochino.. penso che il tutto avrà natali nella prossima settimana.

Devo aprire una parentesi e un ringraziamento particolare a Barbara e Dolcilandia che mi hanno insignito di ricchi premi e cotillons; è da poco che faccio parte del mondo dei foodbloggers e non sono molto brava con questo giro dei premi. Diciamo che la prima volta ho voluto dare delle motivazioni alla mia distribuzione di onoreficenze, stavolta preferisco lasciarvi un pensierino della poetessa Vivian Lamarque che mi ha fatto pensare a questo magico mondo di gusto colore. Insieme alla poesia un mazzo di tulipani virtuali che vogliono essere un premio a tutte voi da me, per l'impegno e la pazienza che mettete per creare ogni giorno qualcosa da condividere:




LEZIONI DI CUCINA:

Perchè i cuochi in TV ci ubriacano
di aggettivi possessivi?
"Adesso tagliamo la nostra torta,
la farciamo con la nostra crema,
la copriamo con la nostra panna montata.."
E con quelle di chi se no?

martedì 13 gennaio 2009

STASERA SI CENA DA... NOBU



Sabato sera sono finalmente stata a cena da Nobu a Milano. Ho accompagnato la mia amica Valentina che sta scrivendo la sua tesi su alcuni dei ristoranti citati nelle 3 più importanti guide gastronomiche.

Ero decisamente curiosa di mangiare in questo famoso sushi restaurant, adoro il sushi ma ancora di più adoro la buona cucina. Sapevo che avrei speso parte del mio capitale ma ero entusiasta dell'esperienza.

Nobu è situato all'interno dello spazio Armani in via Manzoni a Milano, al momento l'esterno è in "work in progress" a causa dei lavori per il nuovo Armani Hotel che occuperà i piani sovrastanti il negozio e lo stesso ristorante. Il locale internamente si sviluppa su due piani, al primo piano il lounge bar, dove si può gustare il loro famoso aperitivo a base di sushi ma è anche il piano dedicato ai fumatori per la cena. Al piano superiore invece c'è il sushi restaurant con il bancone a vista (ma soltanto per il sushi) e la cucina alle spalle dello stesso bancone.

L'ambiente è stato curato nei minimi dettagli per agevolare la degustazione dei piatti: luce soffusa, il tutto riporta un leggero colore rosato sfumato che si mescola abilmente al marrone dominante. I tavoli sono in una penombra deliziosa, al lume di una candela illuminata dai faretti che dominano il soffitto. L'arredamento molto minimal sposa alla perfezione la semplicità di piatti e presentazione. Unica pecca la totale assenza di musica che non aiuta a superare il brusio di fondo che accompagna la cena quando la sala è piena.

La cucina è curata dallo chef Nuyuki Matsuhisa e propone la cucina giapponese ma con contaminazioni sudamericane. Io ad esempio ho trovato meraviglioso il merluzzo nero dell'Alaska caramellato e grigliato, e lo yaki di manzo argentino. Per non parlare poi del tonno che ci è stato servito scottato proprio come la tagliata accompagnato da un pomodorino pachino in tempura che da solo vale l'esperienza gustativa. Nella foto in cima alla pagina trovate anche la nostra prima portata, una tartare di salmone con caviale Golden Osetra servito proprio come un gioiello nello stile Armani.
Vista la motivazione per cui eravamo lì, abbiamo preso il menù degustazione che prevede 7 portate. Pecca del menu degustazione è che non è stato prevista la tempura che abbiamo ordinato a parte (gamberi e capesante, una meraviglia). Il dolce non era all'altezza della creatività che era stata utilizzata per i piatti serviti in precedenza, era un semplice tortino di cioccolato con cuore caldo, accompagnato da frutta esotica e un gelato al thè verde che invece era davvero buonissimo.



Come avrete capito il cibo è davvero meraviglioso, peccato che a rovinare l'esperienza poi ci si metta il servizio. Purtroppo lo definirei un servizio da pizzeria, non adatto ad un ristorante di livello. Non ci sono stati spiegati i piatti che ci hanno servito, i commis non sembravano sapere i piatti presenti nel menu degustazione e si notava esplicitamente la maggior sollecitudine nel servizio per i tavoli occupati da clienti danarosi e conosciuti.

A mio modesto parere il servizio è l'80% del valore di un ristorante, e sicuramente da questo punto di vista ci sono ampissimi margini di miglioramento.


domenica 11 gennaio 2009

MELE E CHANTILLY


Nonostante una dieta sia d'obbligo non ho resistito a fare questa ricetta, che in realtà nasce come crostata di pesche ma per esigenze di stagione ho utilizzato le mele.

E' una ricetta veramente semplice, e ovviamente si può fare anche con la frolla già pronta rendendo ancora più veloce la preparazione, a me piace molto la preparazione della frolla per cui aggiungerò anche la ricetta. Io ho deciso di non fare una torta intera ma delle crostatine.

Quando preparo la frolla preferisco farne comunque in più in modo che poi possa usarla per altre preparazioni. Con quella che ho avanzato ho fatto dei biscottini a forma di stella (cotti per 10 minuti a 180°) che poi ho accoppiato a due a due farcendoli con la crema chantilly rimasta dalla preparazione.
Vi posto comunque la ricetta originale, con qualche modifica, che ho trovato su un numero di Cucina Moderna Oro dedicato alle crostate.


INGREDIENTI PER LA PASTA FROLLA:
300g di farina oo
150g di burro più quello per imburrare
120g di zucchero
1 uovo e 2 tuorli
sale
1 limone non trattato
Mettere nel mixer il burro a pezzetti, la farina e frullare ottenendo un composto sbriciolato. Aggiungere lo zucchero e incorporare l'uovo e i tuorli, il sale e la scorza grattuggiata del limone. Frullare ancora fino ad ottenere un impasto ben amalgamato e formare una palla, avvolgerla in pellicola e metterla in frigorifero per almeno un'ora.

INGREDIENTI PER LA CROSTATA:
1 confezione di pasta frolla già stesa (o preparazione precedente)
100g di zucchero
1/2 lt di latte
4 tuorli
1 baccello di vaniglia
1,5 dl di panna fresca
1 limone non trattato
6 mele renette
40g di maizena
legumi secchi


Portare ad ebollizione il latte con il baccello di vaniglia inciso nel senso della lunghezza e la scorza di limone. Intanto montare i 4 tuorli con 80g di zucchero e la maizena. Incorporare a filo il latte caldo filtrato e cuocere la crema a fuoco basso, continuando a mescolare con la frusta, finchè la crema non si sarà addensata.
Rivestire una teglia di 24cm di diametro, foderata con carta da forno bagnata e strizzata, con la frolla ed eliminare la pasta in eccesso.
Punzecchiare il fondo con una forchetta, coprirla con un altro foglio di carta da forno e riempire con i legumi secchi. Cuocere il guscio in forno caldo a 180° per circa 20-25 minuti. Eliminare la carta e i legumi.
Montare la panna ben fredda con lo zucchero rimasto, amalgamarla alla crema pasticcera e versare nel guscio di frolla. Completare con le mele lavate e tagliate a spicchi. Spolverizzare a piacere con zucchero a velo e servire.


Come sapete la crema chantilly si sposa bene anche con altri frutti, quest'estate sicuramente proverò a preparare la crostata con la polpa di melone.


venerdì 9 gennaio 2009

FETA AL FORNO CON PITA


Sarà da almeno un anno che ho questa ricetta buttata nella cartella del mio pc e non ho mai avuto il tempo di farla nonostante di per sé sia veramente rapida. In realtà la mia preoccupazione era per la Pita, che non ho mai fatto e non avevo nessuna sensazione positiva sulla sua riuscita.

Sono sempre stata molto attratta dalla cucina levantina, in particolare quella Libanese e Greca.
La Pita in particolare è un tipo di pane lievitato rotondo che viene accompagnato a diversi piatti della cucina greca, mediorientale e persino afghana. La ricetta risale all'antica Siria e l'etimologia della parola ha in comune i suoi natali con la nostra pizza.

E' molto buona per raccogliere salse come l'hummus o da avvolgere stile sandwich con kebab, gyros o falafel.

Ieri sera quindi ho preso coraggio e ci ho provato e il risultato è stato ottimo, ecco che quindi condivido con voi la ricetta. Io l'ho servita come antipasto, ma può essere anche un ottimo secondo piatto leggero.


PITA

INGREDIENTI:

400 g farina manitoba
11 g lievito di birra
170 g acqua tiepida
1 pizzico di sale
1 cucchiaino di olio

Sciogliere il lievito in poca acqua, quindi aggiungere la farina, sale e olio insieme al resto dell'acqua. Impastare fino ad ottenere una pasta liscia che non si attacchi al piano di lavoro.

Quindi lasciar lievitare l'impasto per un ora e mezza. Passato questo tempo sgonfiare l'impasto e dividerlo in 4 panetti e lasciarle lievitare per 20 minuti ancora.
Accendere intanto il forno non ventilato a 250°, e prima di infornare stendere i panetti in dischi di circa 20cm di diametro. Cuocere per circa 5 minuti e sfornare, servire calda.

L'alta temperatura permetterà alla pasta di gonfiarsi in modo da dividere le sfoglie interne e di creare delle tasche.


FETA AL FORNO CON POMODORI

INGREDIENTI:

1 confezione di feta di circa 250g
4 pomodori
sale
olio extravergine d'oliva
erba cipollina
rosmarino
timo
origano

Porre su un foglio di carta d'alluminio le fettine sottili di pomodoro condite con un filo d'olio, sale e spezie tritate.

Adagiare poi sul letto di pomodorini una fetta spessa 1,5 cm di feta greca e condirla ancora con un filo d'olio e spezie.
Ripiegare a cartoccio il foglio di carta alluminio e cuocere in forno a temperatura media per 15 minuti. Servire caldo accompagnato da Pita.

giovedì 8 gennaio 2009

IL MIO PRIMO PREMIO



Beh che dire.. grazie!!! Sinceramente proprio non me lo aspettavo.. E' da pochissimo che sono entrata nel mondo dei foodbloggers, devo ammettere che sto scoprendo che è fatto di persone davvero in gamba che amano il cibo, ma soprattutto il cibo in compagnia che secondo me è una delle cose migliori che ci sia. Io mi impegnerò sempre di più alla luce anche di questo graditissimo riconoscimento e sono sempre più contenta di stare in vostra compagnia.

Il premio mi è stato gentilmente offerto dalla bravissima Milù di Milù, di tutto e di più

Queste le regole:
- linkare il nome del Blog assegnatario
- donarlo ad altri minimo 7 Blog
- avvisarli del premio
So che le regole non lo prevedono ma io vorrei mettere anche un link alla ricetta che secondo me ha fatto meritare il riconoscimento, non si tratta per forza dell'ultima ricetta postata, ma di quella che mi ha colpito di più e che ho magari provato a replicare. Questo per me rende un po' più personale questo premio.

E questo premio io vorrei donarlo a... rullo di tamburi..:

Dolcetto e la sua Dolcetteria con le sue squisitezze ed in particolare i mitici Cupcakes italianizzati alla Nutella che ho provato a replicare ma non mi è nemmeno passato per l'anticamera del cervello di postare i risultati (ottimi ma di aspetto.. diciamo.. non all'altezza del gusto)

Adrenalina de Il mondo di Adrenalina non c'è altro da dire di Adrenalina che non si spieghi da sè entrando nel suo mondo.. compreso l'esperimento dei Guduriosi Biscotti al Cioccolato che hanno ricevuto i complimenti di tutti e che sicuramente verranno presto replicati

Denise di La Fame vien Cucinando che ha delle mani d'oro! Riesce sempre a scovare e a fare ricette deliziose.. come il suo Danubio, che come lei non conoscevo in quanto non facente parte della tradizione dei piatti del nord (almeno milanesi sicuramente no) ma che preparerò prestissimo

Sarachan e il suo Bloggoloso e qui mi trovo davvero con pochissime parole.. tutto quello che fa Sarachan è davvero spettacolare e l'indecisione è grande quando si tratta di scegliere qualcosa da menzionare. Scelgo comunque la cosa che più di tutte avrei voluto assaggiare.. la Tortaruga che probabilmente replicherò in un altra vita quando mi reincarnerò in Salvatore De Riso.

Lalla e il suo Profumo di Sicilia per la fortuna della mia linea non conosco da tanto il suo blog, ma il titolo riassume tutto.. le cose che prepara mi fanno immaginare di assaporarle su di una terrazza affacciata sul mare.. come gli Scialatielli risottati con gamberi e pomodorini, stasera ho una cena che probabilmente li vedrà protagonisti.

Arietta di Muffins Cookies e altri Pasticci che ci offre sempre delle incredibili golosità, muffins cookies ma pasticci non ne ho ancora trovati :) E ci ha voluto offrire anche i suoi Biscotti all'arancia e uva passa, come dimenticarli!

Camomilla di FiorDiFrolla della cara Camomilla invece ho provato molte ricette, che devo dire basta Camomilla, cerca di postare anche qualcosa di poco invitante per una volta!! Ohhh.. Ma devo la mia menzione alla mitica Mississipi Mud Pie che dopo il primo assaggio non scordi mai..

Grazie ancora, e vi mando un ringraziamento anche dal mio piccolo Osvaldino che mi fa sempre compagnia quando posto le mie ricette o leggo le vostre!



Un abbraccio a tutte!

mercoledì 7 gennaio 2009

TORTA RUSTICA DEL RITORNO AL LAVORO


Non sapevo esattamente come chiamare questa torta rustica, e visto che come al solito alla fine delle feste ci si ritrova sempre con avanzi, formaggi non finiti, salumi intonsi ecc ecc ecco che questa diventa la torta ideale per il ritorno alla vita fatta di giorni feriali..
La torta è stata fatta in realtà da Laura Ravaioli qualche sera fa durante il suo programma trasmesso dal Gambero Rosso New Work. Nella ricetta originale era prevista la scamorza e non la provola che invece io ho utilizzato ma secondo me il bello di queste preparazioni è proprio la versatilità degli ingredienti che possono essere completamente stravolti.
La preparazione originale inoltre prevedeva l'utilizzo di 3 uova, 2 da aggiungere al composto e 1 tuorlo invece da utilizzare per la decorazione. Io non ne ho utilizzate perchè preferivo ritornare gradualmente ad una cucina ipocalorica.
Ovviamente io vi riporto la ricetta originale poi ognuno può apportare tutte le modifiche del caso.

INGREDIENTI:
300g di farina
1.5dl di acqua fredda
150g di burro
Sale
2 mozzarelle
150g di tacchino affettato
150g di salame tipo milano
200g di provola dolce
50g di stracchino
3 uova

Per fare la pasta brisè fondere il burro a fuoco basso e lasciarlo raffreddare. Unire nel mixer la farina e il burro freddo e semiliquido, impastare. A questo punto unire l’acqua fredda poco alla volta e un pizzico di sale. Una volta che il composto comincia ad unirsi e a fare i grumi più grossi, tirare fuori dal mixer e impastare velocemente a mano. Formare una palla, coprirla con la pellicola e lasciar riposare in frigorifero per almeno due ore.
Foderare il fondo di una tortiera di circa 25 cm con della carta da forno tagliata a misura, con del burro ungere abbondantemente i bordi. Stendere la pasta brisè (che avrete nel frattempo tolto dal frigorifero e tagliata a metà) con il mattarello e poi con la stessa foderare il fondo della tortiera. Tagliare la pasta in eccesso facendo attenzione a lasciare i bordi almeno a metà tortiera, quindi togliere la pasta in eccesso.
Cominciare a stendere il primo strato della torta sovrapponendo leggermente le fette di salame in modo che tutto il fondo sia coperto e che non si formino parti con diverso spessore.
Coprire poi il primo strato con la provola dolce tagliata a cubetti, continuare con le fette di tacchino sempre facendo attenzione a sovrapporle bene e a non creare spessore. L’ultimo strato invece sarà composto da cubetti di mozzarella e fiocchetti di stracchino.
Sbattere 2 uova con un pizzico di sale in una fondina, una volta pronte cospargervi l’ultimo strato della torta in modo che l’uovo penetri durante la cottura.

Prendere la seconda metà della pasta brisè e lavorarla con il mattarello. Stendere la pasta sulla torta rustica e sigillare i bordi con quelli precedentemente creati con il fondo.
Tagliare la pasta in eccesso e creare con gli scarti delle strisce con cui fare le decorazioni della torta.

Sbattere leggermente il tuorlo d’uovo e spennellare la torta, infine con i rebbi di una forchetta bucherellare la superficie (possibilmente vicino alle decorazioni in modo che non rovini l’aspetto della torta) in modo che il vapore possa fuoriuscire.
Infornare in forno già caldo a 180° per circa 45 minuti.

martedì 6 gennaio 2009

CHEESE CAKE CON CLEMENTINE E CIOCCOLATO




Ed ecco il mio sospirato dolce dell'Epifania, sospirato perchè non è stato semplice farlo non so ancora esattamente quale sia stato il problema ma non è stato semplice far riposare il composto e renderlo compatto, probabilmente colpa della gelatina che ho utilizzato, la prossima volta tornerò ai fogli che uso di solito.

Il risultato comunque non è stato affatto male, e vista la neve che è caduta oggi a Milano e anche un po' a causa del fatto che sono a pezzi per l'influenza dal 1° Gennaio, ce la siamo mangiata io e il mio compagno, mentre sarebbe stata destinata ai festeggiamenti famigliari.

Ho scoperto proprio in concomitanza con questa ricetta che vado matta per le fettine di mandarino glassate al cioccolato.. oltre ad essere una decorazione scenografica sono veramente deliziose da sgranocchiare, il contrasto tra il cioccolato e il mandarino è unico, e il contrasto tra il freddo del succo della frutta e la crosticina che forma la glassatura è veramente deliziosa.

Ed eccovi infine la ricetta, l'ho presa da A Tavola di questo mese.
INGREDIENTI:
300g di biscotti secchi al cacao
150g di burro
250g di mascarpone
200 g di formaggio fresco e cremoso
500ml di panna fresca
170g di zucchero semolato superfino tipo Zefiro
8 clementine non trattate
4 uova
12g di gelatina in fogli
45 ml di liquore tipo Cointreau
200g di cioccolato fondente

Fondere il burro in una casseruola a fuoco molto basso, unirlo con i biscotti frullati nel mixer e distribuire il composto sul fondo dello stampo rivestito di carta da forno. Livellare il composto con il dorso di un cucchiaio in modo da ottenere uno spessore uniforme.
Trasferire lo stampo in frigorifero mentre durante la preparazione della farcitura.
Lavare e asciugare due clementine, grattugiare finemente la scorza e tenerla da parte. Spellare gli spicchi al vivo e tagliarli a pezzettini. Mettere a bagno la gelatina in acqua fredda per 10 minuti, intanto spremere il succo di 4 clementine, e riunirlo in una piccola casseruola con il liquore; portare a ebollizione e farvi sciogliere la gelatina ben strizzata.
Riunire il mascarpone e il formaggio fresco in una ciotola e sbatterli a crema con 100g di zucchero e i tuorli; aggiungere la gelatina sciolta nel succo, la scorza grattugiata e la polpa delle clementine a pezzetti e mescolare.
Incorporare la panna leggermente montata e gli albumi montati a neve ferma, ai quali si avrà aggiunto gradualmente lo zucchero rimasto. Versare il composto nello stampo sopra la base di biscotti, livellare la superficie con una spatola e trasferire in frigorifero per 4 ore finchè la farcitura si sarà addensata.
Aprire la cerniera dello stampo, eliminare il fondo e la carta e trasferire la torta in un piatto da portata. Decorare, a piacere, con riccioli di panna montata, spicchi di clementine e gratelle di cioccolato.
Per gli spicchi: far fondere il cioccolato a bagnomaria, intingervi gli spicchi di clementine per metà e disporli sopra un foglio di carta da forno, finchè il cioccolato si sarà solidificato.
Per le gratelle di cioccolato: spremere il cioccolato fuso attraverso una tasca da pasticcere a bocca piccola sopra un foglio di carta da forno, creare forme a piacere, farle solidificare e usarle per decorare il dolce.